Uso questo titolo per parlare delle ultime vicende che stanno caratterizzando il nostro amato sport in questi ultimi tempi. Purtroppo penso che questo testo si arricchirà di ulteriori capitoli almeno fino a quando non saranno poste delle regole e ritrovati degli equilibri entro questo mondo.
Prima di iniziare a trattare i fatti di oggi mi sembra opportuno dare il mio punto di vista sulla tematica.
Doping:
Prima di iniziare a trattare i fatti di oggi mi sembra opportuno dare il mio punto di vista sulla tematica.
Doping:
Iniziamo dal doping: il doping esiste da quando lo sport esiste. Questo è un concetto che tutti dovrebbero aver ben chiaro. Cambiano i metodi e i ritrovati ma la sostanza è sempre quella. Da quando c'è la competizione, il premio finale (che esso sia la gloria, il denaro o un prosciutto) esiste il doping: chi arriva secondo vuole arrivare primo, chi è primo vuole spingersi più in là, fare nuovi record...e sono rari i casi in cui l'umano accetta la sconfitta e i suoi limiti.
Potremmo star ore a discutere sul doping, sulla sua non eticità, sul fatto che è causa di malattie in quanto va ad interferire sull'equilibrio del corpo umano...
Ma al di là di tutto io penso una cosa: i ciclisti, come tutti gli sportivi, sono adulti, sannò i rischi a cui vanno incontro (oggigiorno non si può più credere che il ciclista/sportivo sia ignorante in materia di doping o rischio derivante dall'uso di sostanze dopanti - a tal fine consiglio la lettura di alcune interviste a Manzano dove più che un ciclista sembra un laureato in farmacia!) e sanno che dopandosi commettono una cosa non etica. Nel momento in cui si dopano fanno una scelta di vita; decidono di preferire la possibilità di una vita economicamente agevole (non penso che uno si dopi al fine di prendere 1000 euro al mese, ma con la speranza di arrivare a prendere quanto i big) a quella di vivere una vita "sana". Va anche ricordato il fatto che l'ammalarsi per doping è una possibilità anch'essa, non è una certezza... si rischia; c'è a chi va bene e a chi no.
Lotta al potere:
Ora viene la parte più gustosa, la particolarità che rende il ciclismo così diverso da tutti gli altri sport. Facciamo un paragone: calcio e ciclismo. Nel calcio ci sono sponsor miliardari, diritti tv e una lega di A e B che si spartisce un enorme patrimonio che, alla fine, rende felici tutti. Nel ciclismo, invece, gli sponsor sono pochi e le somme di denaro da trattare, conseguentemente, sono esigue; ma c'è una miriade di forze che vogliono accaparrarsi il tutto a scapito delle altre.
Si potrebbe fare a caso l'esempio della lotta intestina tra l'Uci, da una parte, e i grandi giri, dall'altra, nel cui mezzo, sempre più spesso, vanno ad inserirsi le federazioni nazionali con i relativi uomini di spicco forse per rendere più ingarbugliata una situazione già di per se di difficile lettura. Tutto nasce quando l'Uci ha la brillante idea di costituire l'Uci Protour il 22 aprile 2004 da un'idea di Hein Verbruggen. Tale nasce dall'idea di riunire assieme le corse ciclistiche più importanti e le squadre più rappresentative con gli atleti migliori; il tutto sembrerebbe una bella idea se non fosse per un piccolo particolare: chi decide quali sono le corse e le squadre migliori? In base a quali criteri? Ebbene, un appassionato di ciclismo direbbe che le corse migliori sono quelle che hanno una storia e/o bei percorsi e le squadre migliori sono quelle che garantiscono un migliore spettacolo...ma non è così per l'Uci: per l'Uci il migliore (che sia percorso o squadra) è colui il quale ha la maggiore capacità di pagare una pigione per garantirsi un posto sicuro tra gli eletti (che siano corse o squadre). Quindi non scandalizziamoci nel vedere corse con una certa storia (come ad esempio il Giro del Lazio, il Matteotti, il Giro del Veneto...) fuori dal tracciato Protour a favore di corse amorfe come il Giro di Polonia. L'Uci Protour è una grande macchina di denaro, dove lo spettacolo, il lavoro di persone, la passione di altre, vengono usati al fine di creare un guadagno certo per un ristretto numero di persone poste al vertice del sistema...è l'economia che invade anche questo sport.
Ora, però, viene il bello; che è la causa di tutti i fatti che siamo costretti a sorbirci in questi giorni. I grandi Giri e le corse in generale non sono di proprietà dell'Uci ma appartengono ad altri organismi; ad esempio il Giro d'Italia è dell'Rcs, il Tour dell'Aso e la Vuelta della Unipublic. A queste corse viene imposto dall'Uci di entrare nel Protour (in quanto se ti ritrovi fuori del Protour passi a corsa di livello B in quanto le squadre del Protour, con un organico ridotto, si ritrovano già a dover correre con gli uomini migliori nelle corse Protour -a cui pagano il diritto d'accesso- ergo non hanno interesse di schierare i loro big pure in altre corse) in più l'Uci vorrebbe, sempre con più persistenza, appropriarsi di parte degli esigui diritti televisivi che attualmente vanno agli organizzatori delle corse. E gli organizzatori non ci stanno...
Chi ci rimette?
I ciclisti! Beh, sono coloro i quali dovrebbero dare spettacolo (con o senza doping), su di loro si regge il ciclismo come sport...il resto non interessa all'appassionato e al pubblico in generale.
I ciclisti di per se sbagliano a doparsi, e qua siamo d'accordo, ma se qualcuno mi sa dire uno sport dove nessuno si dopa e mi sa dimostrare che può esistere quest'isola felice si faccia avanti... Il punto della situazione è quello che su ogni sport ci sono dopati ma solo nel ciclismo vengono fuori tutti questi scandali e in prossimità delle gare più importanti, andando a riguardare nomi di spicco, falsificando i risultati di una corsa (già falsificati dal doping) ma che vengono ulteriormente falsificati dai giochini politici di gente che non è mossa dalla passione della bicicletta, non se ne può fare niente di ciò, ma che è mossa solo da interessi politici ed economici e gioca sul lavoro dei ciclisti e sulla passione e pazienza di tanta gente come noi che fin da piccoli abbiamo eletto idoli questi uomini del pedale e che ora ci vengono tolti uno ad uno con motivazioni che vanno dagli esami del sangue positivi al doping (e qua purtroppo non si può dire niente) a presunte frequentazioni di medici (e qua c'è molto da dire).
Il signor Ettore Torri che dovrebbe conoscere il diritto, dovrebbe sapere che la legislatura italiana è garantista ed il colpevole è tale solo qualora venga giudicato in un regolare processo, composto da tutti gli appelli possibili, e con prove schiaccianti. Non esiste la possibilità che un presunto omicida (nb. nel nostro ordinamento si deve dire "presunto" pena querela per diffamazione) venga condannato prima che le prove non vengano analizzate e non vi sia un processo con un contradditorio dove ognuno porta le prove che ritiene utili. Non si capisce pertanto come mai lo sport, che è un'istituzione all'interno della società nonchè un'istituzione dove avviene la formazione dell'uomo, debba avere delle leggi che vadano al di là e al di sopra di quelle costituzionali che invece tutelano i diritti personali e la presunzione d'innocenza. Il diritto sportivo non può andare al di sopra delle leggi statali senza essere definito incostituzionale e se è vero che ogni testo di diritto pubblico parte dal fatto che il diritto è un sistema gerarchico a cui capo viene posta la costituzione, poi le leggi costituzionali, ecc... delle leggi sportive che vanno contro gli articoli 13, 23, 25 della Costituzione non possono operare in uno stato di diritto costituzionale.
A parte questo problema di titolarità del diritto; si può rilevare un abuso d'ufficio e mobbing da parte di tutti coloro che spingono i ciclisti a firmare carte intimidatorie con il vincolo di firmarle pena il non poter esercitare il proprio lavoro; in questo caso vengono violati i diritti di lavoro e il contratto, almeno per l'ordinamento italiano, è da considerarsi nullo mancando la volantarietà dell'atto.
Come mai ho fatto quest'analisi giuridica (piuttosto grezza)? Per farvi capire che i ciclisti sbagliano, sbagliano a non procurarsi avvocati, a non costruire un'associazione in difesa dei loro diritti formata, non da corridori, bensì da avvocati ben preparati. Sbagliano ad essere individualisti, pensare ognuno per i fatti loro, i più forti vivono con la paura di essere i prossimi, le seconde linee sperano che togliendosi i più forti diventeranno le prime linee ma non si rendono conto, che a quel punto, saranno loro nel mirino del sistema... Socrate diceva che la tirannide funzionava solo se il tiranno riusciva a creare sospetto e tensione tra il popolo... beh, se chiamiamo tiranno l'Uci e popolo i ciclisti la massima viene rispettata.
Come mai tirare in ballo i ciclisti?
Avete presente ciò che è successo a questo Tour de France? Caso Rasmussen? Ebbene, cos'è successo? Tv abbandonano il Tour, perdita economica da parte del Tour; il Tour il prossimo anno nel contrattare i diritti televisivi è la parte debole e dovrà fare salti mortali per garantirsi delle buone entrate. Si tirano in ballo i ciclisti di spicco, vincitori di Giri, Tour, Vuelte (non a caso) per far diminuire il potere contrattuale di Aso, Rcs ecc e per rendere l'Uci in posizione sempre più dominante e monopolistica.
La fine del ciclismo? L'Uci
Il ciclismo si fonda sulla passione, le organizzazioni come ad esempio l'Aso, è vero che guadagnano molti soldi con il ciclismo ma hanno ancora un'impronta territoriale che tende a far crescere l'evento che essi stessi curano anche per favorire il territorio dove esso si svolge (es. il Tour è anche un mezzo per promuovere la Francia turisticamente).
L'Uci non ha a cuore il bene del ciclismo ma solo quello dei suoi esponenti di spicco; non si faranno problemi a spostare le corse (come già avviene) in Arabia, Cina, Giappone e di chiudere queste corse storiche, con la loro tradizione e bellezza per andare verso i mercati che offrono più denaro. Un modo per andare in questa direzione e far morire il ciclismo qua in Europa, eliminando corse, campioni e ... tifosi! Diciamocelo chiaramente; un Mc Quaid che si dichiara paladino della salute dei corridori fa sorridere! Parla di salute ed è pronto a spostare in Cina, un paese dove una bambina di 8 anni è costretta a fare km al giorno di corsa (e non prenderà niente?) e dove, nell'atletica, il doping imperversa, il ciclismo? Non facciamoci ingannare.
Questa lotta al doping è una buffonata! Se è possibile eliminare il doping (cosa che mi pare impossibile) non si elimina in questo modo ma, magari, attraverso l'istruzione.
I tifosi...
Ho iniziato a seguire questo sport nel 1998 e mi divertivo, per me i ciclisti erano eroi, li conoscevo per nome, entravano in casa mia come parenti o amici.
Ogni anno, però, si perdeva un pezzo per strada...una parte di quel mondo che mi accompagnava dalla Sanremo fino al Lombardia. Quest'ultimo anno, soprattutto, è stata una cosa incredibile, disgustosa (parola tanto usata da Simoni ma che esprime bene il concetto).
Che vi posso dire? Non demoralizzatevi, continuate a supportare i vostri campioni, è nel momento del bisogno che servono i tifosi, gli appassionati che ti fanno sentire il calore umano. Io tifo Heras, Mayo, Valverde, Isasi in primis e poi molti altri; continuo a farlo a testa alta perchè so che si dopano ma so anche che tutti o (facciamo i buonisti) il 90% si dopano e che se hanno vinto 1, 2, 10 corse hanno vinto perchè, oltre al doping, c'era altro: classe, testa, fantasia e c'era un uomo.Non dimentichiamoci mai che i ciclisti sopra ogni altra cosa sono uomini che si allenano tutti i giorni, stanno sotto rigida dieta e conducono una vita non invidiabile (basti l'esempio che devono essere reperibili per i controlli 365 giorni l'anno).
Mettetevi in testa che se volete vedere lo sport "pulito", senza doping, non lo troverete nè sulle gare professionistiche, nè sulle amatoriali, nè in palestra... dove c'è competizione non c'è mai la pulizia.
Mettevi in testa che, però, abbiamo il diritto di vedere un sport non falsificato dai giochi politici di Uci, Wada, Coni ecc...
Parliamo di Coni?
Beh, il Coni trae soldi soprattutto dal calcio. E il calcio è pieno di cose non propriamente chiare. Cosa fare allora? Spostiamo l'attenzione su un'altro sport, ad esempio, perchè no? Il ciclismo. E togliamo l'attenzione dei media dal calcio. Così di fronte alle designazioni degli arbitri che si sanno prima di quando vengono effettivamente fatte, di fronte ai falsi in bilancio, si dà risalto più al Di Luca o Bettini di turno... Torri dice che ha cuore la salute dei ciclisti? Ma veramente? Da una definizione dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) si definisce la salute non solo come salute fisica ma anche come salute psichica. Torri dando squalifiche sempre e comunque prima delle gare importanti (Petacchi, Di Luca... ora verranno Riccò e Simoni al Giro 2008) oppure dando squalifiche senza prove (Caruso) va sicuramente a minare la salute psichica di un umano che sputa sangue e tempo e fatica ad allenarsi per quell'appuntamento.
In conclusione:
Non so scrivere, mi dispiace, ma spero di avervi dato, seppure confusamente degli spunti di riflessione... avrei tanto altro da dire, scrivere, commentare... purtroppo ho poco tempo e, come dicevo, non sono un drago nell'esporre.
Ho solo da dire 3 cose:
VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!!! Rivolto a tutti quelli che "mangiano" su questa storia.
SVEGLIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ai ciclisti, è ora di far valere i vostri diritti.
NON DIAMOGLIELA VINTA!!! Questa è rivolta a voi: dimostriamo di essere umani; l'uomo è tale perchè prova emozioni; purtroppo il Dio denaro spesso e volentieri ci fa dimenticare la bellezza di essere uomini. Dimostriamo che siamo più forti, più testardi, di ogni soldo che rovina l'autenticità della nostra passione. Lottiamo per ciò che amiamo!
Potremmo star ore a discutere sul doping, sulla sua non eticità, sul fatto che è causa di malattie in quanto va ad interferire sull'equilibrio del corpo umano...
Ma al di là di tutto io penso una cosa: i ciclisti, come tutti gli sportivi, sono adulti, sannò i rischi a cui vanno incontro (oggigiorno non si può più credere che il ciclista/sportivo sia ignorante in materia di doping o rischio derivante dall'uso di sostanze dopanti - a tal fine consiglio la lettura di alcune interviste a Manzano dove più che un ciclista sembra un laureato in farmacia!) e sanno che dopandosi commettono una cosa non etica. Nel momento in cui si dopano fanno una scelta di vita; decidono di preferire la possibilità di una vita economicamente agevole (non penso che uno si dopi al fine di prendere 1000 euro al mese, ma con la speranza di arrivare a prendere quanto i big) a quella di vivere una vita "sana". Va anche ricordato il fatto che l'ammalarsi per doping è una possibilità anch'essa, non è una certezza... si rischia; c'è a chi va bene e a chi no.
Lotta al potere:
Ora viene la parte più gustosa, la particolarità che rende il ciclismo così diverso da tutti gli altri sport. Facciamo un paragone: calcio e ciclismo. Nel calcio ci sono sponsor miliardari, diritti tv e una lega di A e B che si spartisce un enorme patrimonio che, alla fine, rende felici tutti. Nel ciclismo, invece, gli sponsor sono pochi e le somme di denaro da trattare, conseguentemente, sono esigue; ma c'è una miriade di forze che vogliono accaparrarsi il tutto a scapito delle altre.
Si potrebbe fare a caso l'esempio della lotta intestina tra l'Uci, da una parte, e i grandi giri, dall'altra, nel cui mezzo, sempre più spesso, vanno ad inserirsi le federazioni nazionali con i relativi uomini di spicco forse per rendere più ingarbugliata una situazione già di per se di difficile lettura. Tutto nasce quando l'Uci ha la brillante idea di costituire l'Uci Protour il 22 aprile 2004 da un'idea di Hein Verbruggen. Tale nasce dall'idea di riunire assieme le corse ciclistiche più importanti e le squadre più rappresentative con gli atleti migliori; il tutto sembrerebbe una bella idea se non fosse per un piccolo particolare: chi decide quali sono le corse e le squadre migliori? In base a quali criteri? Ebbene, un appassionato di ciclismo direbbe che le corse migliori sono quelle che hanno una storia e/o bei percorsi e le squadre migliori sono quelle che garantiscono un migliore spettacolo...ma non è così per l'Uci: per l'Uci il migliore (che sia percorso o squadra) è colui il quale ha la maggiore capacità di pagare una pigione per garantirsi un posto sicuro tra gli eletti (che siano corse o squadre). Quindi non scandalizziamoci nel vedere corse con una certa storia (come ad esempio il Giro del Lazio, il Matteotti, il Giro del Veneto...) fuori dal tracciato Protour a favore di corse amorfe come il Giro di Polonia. L'Uci Protour è una grande macchina di denaro, dove lo spettacolo, il lavoro di persone, la passione di altre, vengono usati al fine di creare un guadagno certo per un ristretto numero di persone poste al vertice del sistema...è l'economia che invade anche questo sport.
Ora, però, viene il bello; che è la causa di tutti i fatti che siamo costretti a sorbirci in questi giorni. I grandi Giri e le corse in generale non sono di proprietà dell'Uci ma appartengono ad altri organismi; ad esempio il Giro d'Italia è dell'Rcs, il Tour dell'Aso e la Vuelta della Unipublic. A queste corse viene imposto dall'Uci di entrare nel Protour (in quanto se ti ritrovi fuori del Protour passi a corsa di livello B in quanto le squadre del Protour, con un organico ridotto, si ritrovano già a dover correre con gli uomini migliori nelle corse Protour -a cui pagano il diritto d'accesso- ergo non hanno interesse di schierare i loro big pure in altre corse) in più l'Uci vorrebbe, sempre con più persistenza, appropriarsi di parte degli esigui diritti televisivi che attualmente vanno agli organizzatori delle corse. E gli organizzatori non ci stanno...
Chi ci rimette?
I ciclisti! Beh, sono coloro i quali dovrebbero dare spettacolo (con o senza doping), su di loro si regge il ciclismo come sport...il resto non interessa all'appassionato e al pubblico in generale.
I ciclisti di per se sbagliano a doparsi, e qua siamo d'accordo, ma se qualcuno mi sa dire uno sport dove nessuno si dopa e mi sa dimostrare che può esistere quest'isola felice si faccia avanti... Il punto della situazione è quello che su ogni sport ci sono dopati ma solo nel ciclismo vengono fuori tutti questi scandali e in prossimità delle gare più importanti, andando a riguardare nomi di spicco, falsificando i risultati di una corsa (già falsificati dal doping) ma che vengono ulteriormente falsificati dai giochini politici di gente che non è mossa dalla passione della bicicletta, non se ne può fare niente di ciò, ma che è mossa solo da interessi politici ed economici e gioca sul lavoro dei ciclisti e sulla passione e pazienza di tanta gente come noi che fin da piccoli abbiamo eletto idoli questi uomini del pedale e che ora ci vengono tolti uno ad uno con motivazioni che vanno dagli esami del sangue positivi al doping (e qua purtroppo non si può dire niente) a presunte frequentazioni di medici (e qua c'è molto da dire).
Il signor Ettore Torri che dovrebbe conoscere il diritto, dovrebbe sapere che la legislatura italiana è garantista ed il colpevole è tale solo qualora venga giudicato in un regolare processo, composto da tutti gli appelli possibili, e con prove schiaccianti. Non esiste la possibilità che un presunto omicida (nb. nel nostro ordinamento si deve dire "presunto" pena querela per diffamazione) venga condannato prima che le prove non vengano analizzate e non vi sia un processo con un contradditorio dove ognuno porta le prove che ritiene utili. Non si capisce pertanto come mai lo sport, che è un'istituzione all'interno della società nonchè un'istituzione dove avviene la formazione dell'uomo, debba avere delle leggi che vadano al di là e al di sopra di quelle costituzionali che invece tutelano i diritti personali e la presunzione d'innocenza. Il diritto sportivo non può andare al di sopra delle leggi statali senza essere definito incostituzionale e se è vero che ogni testo di diritto pubblico parte dal fatto che il diritto è un sistema gerarchico a cui capo viene posta la costituzione, poi le leggi costituzionali, ecc... delle leggi sportive che vanno contro gli articoli 13, 23, 25 della Costituzione non possono operare in uno stato di diritto costituzionale.
A parte questo problema di titolarità del diritto; si può rilevare un abuso d'ufficio e mobbing da parte di tutti coloro che spingono i ciclisti a firmare carte intimidatorie con il vincolo di firmarle pena il non poter esercitare il proprio lavoro; in questo caso vengono violati i diritti di lavoro e il contratto, almeno per l'ordinamento italiano, è da considerarsi nullo mancando la volantarietà dell'atto.
Come mai ho fatto quest'analisi giuridica (piuttosto grezza)? Per farvi capire che i ciclisti sbagliano, sbagliano a non procurarsi avvocati, a non costruire un'associazione in difesa dei loro diritti formata, non da corridori, bensì da avvocati ben preparati. Sbagliano ad essere individualisti, pensare ognuno per i fatti loro, i più forti vivono con la paura di essere i prossimi, le seconde linee sperano che togliendosi i più forti diventeranno le prime linee ma non si rendono conto, che a quel punto, saranno loro nel mirino del sistema... Socrate diceva che la tirannide funzionava solo se il tiranno riusciva a creare sospetto e tensione tra il popolo... beh, se chiamiamo tiranno l'Uci e popolo i ciclisti la massima viene rispettata.
Come mai tirare in ballo i ciclisti?
Avete presente ciò che è successo a questo Tour de France? Caso Rasmussen? Ebbene, cos'è successo? Tv abbandonano il Tour, perdita economica da parte del Tour; il Tour il prossimo anno nel contrattare i diritti televisivi è la parte debole e dovrà fare salti mortali per garantirsi delle buone entrate. Si tirano in ballo i ciclisti di spicco, vincitori di Giri, Tour, Vuelte (non a caso) per far diminuire il potere contrattuale di Aso, Rcs ecc e per rendere l'Uci in posizione sempre più dominante e monopolistica.
La fine del ciclismo? L'Uci
Il ciclismo si fonda sulla passione, le organizzazioni come ad esempio l'Aso, è vero che guadagnano molti soldi con il ciclismo ma hanno ancora un'impronta territoriale che tende a far crescere l'evento che essi stessi curano anche per favorire il territorio dove esso si svolge (es. il Tour è anche un mezzo per promuovere la Francia turisticamente).
L'Uci non ha a cuore il bene del ciclismo ma solo quello dei suoi esponenti di spicco; non si faranno problemi a spostare le corse (come già avviene) in Arabia, Cina, Giappone e di chiudere queste corse storiche, con la loro tradizione e bellezza per andare verso i mercati che offrono più denaro. Un modo per andare in questa direzione e far morire il ciclismo qua in Europa, eliminando corse, campioni e ... tifosi! Diciamocelo chiaramente; un Mc Quaid che si dichiara paladino della salute dei corridori fa sorridere! Parla di salute ed è pronto a spostare in Cina, un paese dove una bambina di 8 anni è costretta a fare km al giorno di corsa (e non prenderà niente?) e dove, nell'atletica, il doping imperversa, il ciclismo? Non facciamoci ingannare.
Questa lotta al doping è una buffonata! Se è possibile eliminare il doping (cosa che mi pare impossibile) non si elimina in questo modo ma, magari, attraverso l'istruzione.
I tifosi...
Ho iniziato a seguire questo sport nel 1998 e mi divertivo, per me i ciclisti erano eroi, li conoscevo per nome, entravano in casa mia come parenti o amici.
Ogni anno, però, si perdeva un pezzo per strada...una parte di quel mondo che mi accompagnava dalla Sanremo fino al Lombardia. Quest'ultimo anno, soprattutto, è stata una cosa incredibile, disgustosa (parola tanto usata da Simoni ma che esprime bene il concetto).
Che vi posso dire? Non demoralizzatevi, continuate a supportare i vostri campioni, è nel momento del bisogno che servono i tifosi, gli appassionati che ti fanno sentire il calore umano. Io tifo Heras, Mayo, Valverde, Isasi in primis e poi molti altri; continuo a farlo a testa alta perchè so che si dopano ma so anche che tutti o (facciamo i buonisti) il 90% si dopano e che se hanno vinto 1, 2, 10 corse hanno vinto perchè, oltre al doping, c'era altro: classe, testa, fantasia e c'era un uomo.Non dimentichiamoci mai che i ciclisti sopra ogni altra cosa sono uomini che si allenano tutti i giorni, stanno sotto rigida dieta e conducono una vita non invidiabile (basti l'esempio che devono essere reperibili per i controlli 365 giorni l'anno).
Mettetevi in testa che se volete vedere lo sport "pulito", senza doping, non lo troverete nè sulle gare professionistiche, nè sulle amatoriali, nè in palestra... dove c'è competizione non c'è mai la pulizia.
Mettevi in testa che, però, abbiamo il diritto di vedere un sport non falsificato dai giochi politici di Uci, Wada, Coni ecc...
Parliamo di Coni?
Beh, il Coni trae soldi soprattutto dal calcio. E il calcio è pieno di cose non propriamente chiare. Cosa fare allora? Spostiamo l'attenzione su un'altro sport, ad esempio, perchè no? Il ciclismo. E togliamo l'attenzione dei media dal calcio. Così di fronte alle designazioni degli arbitri che si sanno prima di quando vengono effettivamente fatte, di fronte ai falsi in bilancio, si dà risalto più al Di Luca o Bettini di turno... Torri dice che ha cuore la salute dei ciclisti? Ma veramente? Da una definizione dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) si definisce la salute non solo come salute fisica ma anche come salute psichica. Torri dando squalifiche sempre e comunque prima delle gare importanti (Petacchi, Di Luca... ora verranno Riccò e Simoni al Giro 2008) oppure dando squalifiche senza prove (Caruso) va sicuramente a minare la salute psichica di un umano che sputa sangue e tempo e fatica ad allenarsi per quell'appuntamento.
In conclusione:
Non so scrivere, mi dispiace, ma spero di avervi dato, seppure confusamente degli spunti di riflessione... avrei tanto altro da dire, scrivere, commentare... purtroppo ho poco tempo e, come dicevo, non sono un drago nell'esporre.
Ho solo da dire 3 cose:
VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!!! Rivolto a tutti quelli che "mangiano" su questa storia.
SVEGLIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ai ciclisti, è ora di far valere i vostri diritti.
NON DIAMOGLIELA VINTA!!! Questa è rivolta a voi: dimostriamo di essere umani; l'uomo è tale perchè prova emozioni; purtroppo il Dio denaro spesso e volentieri ci fa dimenticare la bellezza di essere uomini. Dimostriamo che siamo più forti, più testardi, di ogni soldo che rovina l'autenticità della nostra passione. Lottiamo per ciò che amiamo!
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